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Un'opera che intende sfatare i miti, costruiti sia in Occidente che nella Russia postsovietica, sul conflitto più cruento della Storia. In ambito accademico, mediatico ed editoriale si tende sempre più a mettere sullo stesso piano la Germania di Hitler e la Russia di Stalin, il nazismo e il comunismo. L'autore si oppone al mainstream storiografico e ripercorre le tappe più importanti della guerra, dalla decisiva battaglia di Stalingrado alla vittoriosa marcia verso Berlino. Medisnkij evidenzia il ruolo decisivo di Mosca nella sconfitta del nazismo, costato ben 27 milioni di morti, oltre la metà dei caduti su tutti i fronti della Seconda guerra mondiale. Ma, soprattutto, rivendica l'ineluttabilità del Patto Molotov-Ribbentrop, diretta conseguenza del tradimento di Francia e Gran Bretagna, che rifiutarono di creare con l'Urss una coalizione antifascista e sottoscrissero invece nel 1938 gli accordi di Monaco con Hitler e Mussolini.