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Il Diario partigiano, difficilmente collocabile in una categoria (diario, autobiografia, memoria), dà conto del travaglio spirituale e letterario vissuto da Ada Gobetti durante i venti mesi di lotta e documenta come le vicende storiche abbiano contribuito a ricostruire un'identità. Questo saggio svela un'Ada che è in cerca del senso della propria vita riuscendo così a ritrovare il proprio equilibrio tramite un processo impegnativo. L'ansia di volo va intesa come una sua presa di autonomia rispetto a Piero Gobetti e alla propria famiglia, la scrittura le permetterà di superare il personaggio storico di staffetta o di commissario politico per approdare alla persona e spaziare in una dimensione simbolica se non poetica. Dal Diario partigiano emerge il salvifico recupero dei tempi, facendo sì che il passato sia ormai uno slancio propulsivo per affrontare un presente affannoso e un futuro denso di minacce.