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Claudio Bonomi è alla ricerca di un meccanico, ma finisce in una comune per la crescita spirituale con bancomat a forma di fiori di loto; Nicola Zanini è un impiegato stitico, solo e disprezzato; Goffredo Garonzi parte volontario in Africa per settantadue ore, il tempo di qualche scatto con la sua Reflex... Eccoli alcuni dei protagonisti meschini de "Gli inquinati", privi di qualunque statura morale che ricordano in parte gli "uomini schifosi" di David Forster Wallace, ma con quel fare tipicamente italico. Ugolini, con stile satirico, cinico e grottesco, sferza una critica pesante a quella fetta di società inquinata che ama soluzioni semplici per problemi complessi, senza un briciolo di empatia e di solidarietà, creando racconti fuori dalle convenzioni e dal politically correct. Cosa vi resterà sul volto dopo la lettura? Un sorriso amaro o un ghigno?