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Con una formazione intessuta di eruditi rimandi alla classicità e di un sensibilissimo gusto musicale, Gloria Riggio si adopera a una scrittura in cui la nudità della parola - assoluta, rara, talora desolata - assolve a un processo doloroso per contrazione dei sentimenti, per raccorciamento delle percezioni sensibili, laddove è proprio la poesia quel dire dicente che svetta per metafore e sfronda le sovrastrutture ragionative in favore di una parola necessaria e sostanziale, una parola che ha coscienza della sua impossibilità nel momento stesso in cui essa si dice. (Dalla prefazione di Beniamino Biondi, Assessore alla Cultura del Comune di Agrigento)