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Ottant'anni fa, le leggi razziali. L'Italia cacciava i ragazzini ebrei dalle scuole e si attrezzava a sostenere l'alleato nazista nella soluzione finale. Crescono i collaborazionisti, i delatori, i carnefici, la zona grigia si rafforza e fioriscono anche da noi i primi campi che servono da trampolino verso lo sterminio delle camere a gas. Per fortuna in questa storia terribile e non ancora elaborata, ci furono delle eccezioni. E da una di queste prende l'avvio questo libro: si parte dallo straordinario incontro tra la popolazione di Campagna, un piccolo paese in provincia di Salerno, nei pressi di Eboli, dove un vecchio convento fu adibito a campo di smistamento, e gli internati ebrei. E procede alimentandosi di molte più storie tutte intrecciate tra loro - da quelle che hanno come protagonisti i "grandi" testimoni come Primo Levi, ma anche quelle piccole e minime. Il Museo della memoria e della pace permette di ricostruire quanto la popolazione di Campagna fece per salvare persone che erano uguali a loro ma condannate solo per l'impalpabile e invisibile motivo della "razza", per dare poi la parola direttamente ai testimoni, come si dice, di seconda generazione.