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Jules-Ernest Naville (1816-1909), teologo, filosofo e pastore evangelico svizzero, fu una figura molto nota negli ambienti intellettuali del suo tempo. Autore tra i più letti e tradotti nei decenni tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento in quasi tutta Europa, è stato poi, nel corso del XX secolo, pressoché dimenticato, specie nella cultura italiana. Lo scopo di questo lavoro è proporre il suo pensiero attraverso l'opera "La filosofia e la religione", un testo apparentemente minore ma in realtà depositario di una moderna epistemologia che si confronta lucidamente con il pensiero religioso nel tentativo di trovare una soluzione al problema classico di una possibile conciliazione, scientificamente dedotta, tra fede e religione. Questo breve ma denso saggio, qui presentato per la prima volta in traduzione italiana, costituisce infatti un vero e proprio "discours de la méthode" e può anche essere visto come una delle forme più limpide, nella riflessione contemporanea, di dichiarata ostilità verso qualsiasi prodotto del pensiero umano, anche e soprattutto di natura filosofica, che voglia ergersi come infallibile strada verso la verità.