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I racconti della complicanza non sono sempre storie rassicuranti e privilegiano le atmosfere narrative sospese tra visione e realtà, i percorsi di vita irregolari a quelli regolari, la conoscenza trovata dove meno te l'aspetti rispetto a quella più scontata e prevedibile della verosimiglianza di fatti e personaggi. Sono a volte come racconti-non-racconti o aspiranti storie zen con personaggi trasversali, aperti a esiti da continuare a immaginare, oltre lo spazio definito della storia che li racchiude. Danno voce ai sussulti delle identità e ai chiaroscuri dei comportamenti, sollecitano i linguaggi dell'ironia e del sarcasmo accanto a quelli della ricerca del senso delle cose, ma non inseguono una morale o un lieto fine a tutti i costi, nè sono permeati da una concezione salvifica e necessaria. Si incarnano piuttosto nelle evoluzioni e nelle involuzioni della vita, così come si presenta a volte davanti ai nostri sguardi e alle nostre aspettative poi facilmente disattese. Esprimono una visione letteraria basata su uno sguardo narrativo che mentre si posa sulle cose già sa che non vi potrà restare fermo a lungo.