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«Nella contemporaneità un'opera incommensurabile come quella di Leonardo esige un approccio storico-critico "probo". Questo non comporta, di fronte a un grande artista, la scelta di intraprendere studi prudenti che possano scoraggiare letture temerarie o ipotesi rivoluzionarie e di conseguenza inibire l'operazione critica. Certamente e doveroso, innanzitutto, contribuire a ridimensionare l'esuberante mitografia che ha generato sulla figura di Leonardo un vivaio di storie inverosimili, leggende singolari e letture pretestuose. Questa incresciosa selva di notizie ha causato spesso lo svilimento del lavoro di alcuni studiosi che hanno deciso di intraprendere la via dettata da queste suggestioni, la stessa che in un certo senso ha talvolta "compromesso" la genuina fruizione dell'opera leonardesca. Riprendere la via maestra e una scelta obbligata, quella che ci riconduce alla maniera brandiana all'attimo della fulgurazione dell'opera d'arte nella coscienza, ovvero al momento della fruizione, quel momento in cui si verifica il riconoscimento dell'opera in quanto tale.» (dalla introduzione di Valentina Spata)