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«L'attività dell'artista postmoderno consiste in un eroico sforzo di dare voce all'ineffabile, di rendere tangibile l'invisibile, ma anche nel dimostrare (attraverso il rifiuto dei significati socialmente convalidati e dei canoni usati per esprimerli) che non esistono una sola forma o una sola voce. Egli invita a prendere parte a un interminabile processo di creazione di senso. "Il senso dell'opera d'arte vaga nello spazio che si stende tra l'artista e lo spettatore". Già l'arte moderna abbandona da subito le regole e i simboli ereditati, facendosi beffa della tradizione seriosa». Quale autore sostengo la tesi che l'esperienza estetica, nella poesia, non si sviluppa solo con la categoria del "bello" e con l'aderire ad un sistema che detta le regole della metrica, ma lasciare che anche la componente "grezza" giochi il suo ruolo: per l'innesco emozionale e il formarsi di un sentimento, che possa cogliere tutta la portata contenutistica del componimento, senza questi altrimenti compromesso o condizionato.