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"Il vero viaggio di scoperta", ha scritto Marcel Proust, "non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi". Ma il viaggio è metafora dell'esistenza, e la sua vera scoperta, pare dirci il protagonista di questo splendido racconto, Adrien, necessita di ben altri occhi: gli occhi dello spirito: i soli che possano contemplare i panorami dell'anima e sondarne, intrepidi, gli abissi; guardare alle sue ombre e ritrovarne infine la Luce. Ricerca del proprio sé, che è ricerca del sé nell'altro, l'iniziatico viaggio di Adrien è innanzitutto un percorso di risveglio spirituale, un percorso di rigenerazione nel grembo oscuro di un'umanità dolente, smarrita, prigioniera dei propri asfittici orizzonti, dimentica delle proprie latitudini celesti; ma è, insieme, un viaggio ed un volo nuziale, una toccante storia d'amore che si snoda nel tempo e nello spazio e destinata a vivere oltre il tempo ed oltre lo spazio.