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Un uomo come tanti, insoddisfatto della sua vita. Una compagna con cui non parla mai realmente, della quale assapora profili e fughe. Un rapporto vissuto solo dall'ombra che proietta. Litigi inconcludenti. Un lavoro che svolge come un automa. Un capo ufficio crudele ma che si rivelerà forse la persona a lui più simile. Un pescatore anarchico, testimone ultimo della sua storia. "Ossiuri" è il dramma di un mediocre, di una persona qualunque, che cerca di risolvere il suo tormento interiore, la sua incapacità di vivere e la paura d'assecondare il sogno di una vita in riva al mare, facendo ciò che gli viene più naturale: incolpare qualcun altro. Travolto da una fatale catena di circostanze, decide di indirizzare la sua voglia di riscatto sociale ed emotivo contro il potere costituito: tenta, da solo, un colpo di stato, nell'illusoria convinzione che il velo di Maya sia sorretto da poteri schiavisti e che, con il suo gesto, possa riuscire a liberare altri "schiavi" come lui, lasciando loro la possibilità di vivere secondo le proprie inclinazioni, lasciando agli altri la possibilità d'amare a lui ormai negata.