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Berlino: nella città un tempo divisa dal muro e sempre più colorata, i gemelli Annalia, expat in fuga da se stessa, e Andrea, cercano di ritrovarsi, prima fratello e sorella, adesso sorella e sorella. Le loro vite tornano ad amalgamarsi, tra animali parlanti, un cane e un vecchissimo e saggio gatto, un musicista e una senzatetto filosofa, fantasmi che si abitano fisicamente nei sogni e routine prive di realtà. I rapporti tra i protagonisti sono "deboli", ma necessari, e non meno assoluti, dato che tendono all'amore. Perché "la vita è stanca", ma non può deludere. La scrittura magnetica di Hardy agisce come uno zoom sugli snodi più personali, e la fotografia taglia tutto il romanzo, creando un universo di fascinose appartenenze, di ombre, richiami e ricordi: il mondo sotterraneo s'incontra con le nuvole del cielo. Il resto, "è tutto un autoconvincimento", ma non importa. Una storia gentile, in cui i tutti cercano il senso della loro esistenza, e psicotica come la realtà in cui viviamo.