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C'è stato un momento, all'inizio degli anni Ottanta, in cui l'Italia musicale si è trovata magicamente in sintonia con quanto stava avvenendo nel resto del mondo. Da un lato l'estremizzazione del punk rock originario stava producendo la mutazione hardcore, musica velocissima, cruda, con testi di protesta e un'attitudine riottosa e senza compromessi, dall'altro c'era una scena comunemente definita post-punk o new wave. Definizioni quasi generiche che indicavano l'evoluzione dai tre accordi di base verso suoni inediti e sperimentali: alle chitarre si aggiungevano sempre più comunemente tastiere, sintetizzatori, fiati, archi, che aggiungevano arrangiamenti complessi e inediti. Tutta Italia fu interessata da quest'onda inedita, la cui particolarità era proprio quella di non avere confini ben definiti, un tratto che favoriva quindi i musicisti e gli artisti più coraggiosi. Prendendo spunto dal suono fresco ed entusiasmante di Joy Division, Pop Grop, PiL, Bauhaus e Human League, centinaia di band uscirono orgogliosamente dalle sale prova, formando una scena nazionale ricca di talento. Troppo facile ricordare solamente Diaframma, Litfiba, Denovo, Pankow, Jo Squillo Eletrix e Gaznevada, dietro a cui si muovevano nomi meno conosciuti, ma altrettanto interessanti e degni di (ri)scoperta. "Shock antistatico" racconta cosa è successo in quel quinquennio - o poco più - che ha lasciato in eredità band e dischi indimenticabili, puntualmente collezionati (e ristampati) ancora oggi. Decine di storie che vanno a comporre un quadro d'insieme, con interviste inedite a molti dei protagonisti e discografia selezionata.