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"Leggere i versi scarni, essenziali di Antonella è come vedermi nel riflesso di uno specchio; capire il suo dolore, le sue assenze è osservare me stessa e leggermi dentro. Leggere Il silenzio onesto delle cose è cogliere le voci nascoste nelle cose, negli oggetti, sulla pelle. Un frastuono assordante di sensazioni urlate in silenzio, nell'apparente staticità "di ciò che non ci appartiene" più, semmai ci fossero appartenute".