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Lilly De Siati è una poetessa "illuminata": nelle pagine della silloge non si sottende un alter ego, ma è esplicitata una evidente ascesa spirituale con la sublimazione dei sentimenti. La natura, da lei descritta, sembra animarsi come rappresentazione di un ininterrotto spettacolo, che allude e sottende misteriosamente all'iperuranio dell'altrove ovvero, secondo Platone, lo spazio al di là delle sfere celesti in cui avrebbero sede le idee. Le stagioni sono cantate con versi scattanti che s'intrecciano come trascinanti dal ritmo di una danza, quelle stagioni con le loro fasi: "omnia migrant, omnia commutat natura et vertere cogit." (Lucrezio). Gli affetti familiari sono celebrati con grande commozione e con la certezza che saranno per lei sostegno nel momento del bisogno.