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La storia di Giordano Bruno, conclusasi tragicamente nella Roma del 1600, era cominciata a Nola, dov'era nato nel 1548. Dopo gli studi e l'ordinazione nel convento di San Domenico Maggiore di Napoli, girò per l'Italia e l'Europa, seminando curiosità (e sospetti) per le sue geniali, irrequiete e inquietanti idee filosofiche. «D'ogni legge nemico e d'ogni fede», si considerava «professore della scienza più pura e innocente, non uomo di toga o di spada, non monaco o laico, ma cittadino e domestico del mondo, figlio del padre sole e della Terra madre».Senza pedanteria, l'eclettico scrittore italo svizzero Marc Monnier (legatissimo a Napoli, dove visse a lungo) ripercorre in queste pagine soprattutto l'avventurosa vita di Giordano Bruno, liberandola fin da subito dell'abusato cliché del "vulcanico estro napoletano", e mettendo piuttosto in risalto l'irrequieta modernità europea, che fu la sua vera cifra e anche la sua condanna.