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"Alfabeto napoletano" di Renato De Falco è ormai un classico. La sua avventura è partita nel 1985 (passando anche per le collane de «l'Unità») fino all'edizione definitiva del 2002. Un volume che racconta la storia di circa millecinquecento parole, da "abbabbià" a "zumpà", illustrandone i significati nel dettaglio, puntualizzandone le etimologie spesso complesse, ritrovandone testimonianze nei classici della letteratura, della poesia e della musica. Mai nello stile asettico di un dizionario, ma sempre col piacere della curiosità e della scoperta. "Alfabeto napoletano" è un'avventura, un viaggio in quel parlato pregnante ed espressivo, denso di sfumature, che solo la lingua napoletana possiede. Del quale, senza pedanteria, de Falco analizza proprietà, regole, caratteristiche; le componenti e i vari apporti delle ascendenze greche, latine, francesi - ma anche arabe, inglesi, tedesche, turche, ebraiche - che fanno del napoletano una lingua di accoglienza e di integrazione. Un approdo per le voci di tutti i tempi.