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Il Salento come non lo avete mai visto. Se non a bordo di un aereo, ammesso che esista un volo che penetri nell'entroterra più aspro e quasi inaccessibile o costeggi interamente le coste, dall'Adriatico allo Ionio, modellate da madre natura dalla notte dei tempi. Ed è un tempo infinitesimale quello per cui l'obiettivo possa catturare la luce, fissare l'inquadratura perfetta del paesaggio che rilascia il monitor, collegato in telemetria, e che in tempo reale trasmette dati, mentre su, tra le nuvole, il drone diventa l'occhio fisico dell'artista che scruta dal cielo in esclusiva. Un volume cartonato, in doppia lingua con i testi tradotti in inglese da Arianna Corvaglia, con gli scatti della mostra raccontata dal testo critico di Raffaele Gorgoni che scrive: «Scatti rubati perché l'ulivo, lo scoglio, il mare, l'onda, la pietra non s'aspettavano di essere colti nella loro intimità da un occhio indiscreto. Sono lì impudicamente distesi al sole, inermi. Tutto dall'altro appare più indifeso, anche la severa torre di guardia, l'aspra scogliera, l'arcigna masseria. È madremare e terrapadre che giacciono nell'abbandono senza tempo sull'ultima soglia oltre la quale o il nulla o il divino».