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L'Italia è una nazione che, per cause storiche e politiche contingenti, legifera sulla base del contenuto della madre di tutte le leggi: la Costituzione, figlia del compromesso raggiunto da blocchi politici avversi. Uscito dal ventennio di dittatura fascista e da una guerra persa che l'aveva messo in ginocchio, il nostro Paese (a quei tempi conteso tra Oriente comunista e Occidente liberale) tentò, attraverso la "Magna Carta", di contemperare visioni differenti dello stato, dell'economia e della società. Un contesto che portò i padri costituenti a essere cauti e spesso compromissori. Le scelte politiche che seguirono collocarono lo "Stivale" nel campo occidentale, pur in presenza, entro i suoi confini, del più grande movimento socialcomunista europeo. Ne venne fuori un ossimoro in base al quale, pur essendo l'Italia paese libero e liberale, non fu immune dall'essere contemporaneamente anche uno stato criptosocialista. Il saggio mette in evidenza questa contraddizione che, se non superata, sarà sempre di ostacolo alla costruzione di un vero mercato di concorrenza e all'edificazione di uno stato minimo ed efficiente.