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In una memorabile scena de "Il settimo sigillo", il regista e scrittore svedese Ingmar Bergman immagina una partita a scacchi fra il Cavaliere e la Morte. Fronteggiare la morte è il tabù dei nostri tempi: la civiltà occidentale contemporanea ne opera una sistematica rimozione fatta di stordimenti, giri di parole, emarginazioni istituzionalizzate. L'autrice invece la affronta faccia a faccia, parlandole con lucidità, percorrendo le tappe del suo "pensare la morte" dall'infanzia alla maturità, attraverso fatti di cronaca ed eventi storici, inclusa la drammatica presa di coscienza generata dalla pandemia Covid-19. Per arrivare al colpo di scena finale.