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«Conoscendo l'animo combattivo e tenace di Padula - è nota la polemica che egli ebbe con il prete Francesco Saverio Nicoletti di Rogliano all'indomani dell'Unità d'Italia - cercai su Il Bruzio notizie inerenti alla disputa tra lui e l'avvocato De Luca. Il giornale cosentino del 9 aprile 1864 n. 12 riporta alle pagine 2 e 3 una lettera scritta dal De Luca, indirizzata Al Valoroso Direttore del Bruzio Sig. Vincenzo Padula, con la quale manifestava il suo dissenso nei confronti dell'Acrese che si era espresso, sul n. 9 del suddetto periodico, in modo critico sull'amministrazione della giustizia penale e, particolarmente, sulla "giudicatura dei giurati" e la mancanza di una sezione della Corte d'Appello in Cosenza. Secondo l'avvocato cosentino, "siffatti tremendissimi eccessi giudiziari" originavano dall'essere i giurati quegli uomini dei villaggi calabresi, dai costumi grossolani e dalla crassa ignoranza, "suscettivi di venir sobillati dai loro amici ed attenenti".»