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Per un poeta imporsi un nome comporta la scelta di un destino, dare un titolo alla propria opera, l'urgenza di una scelta: John Gian e "P". Nello pseudonimo si ritrova la duplice dimensione linguistica in cui agisce la poesia di questo poeta ardimentoso, la cui propensione sperimentale si protende agli estremi della parola, e delle lingue, là dove l'immagine sonora non ha ancora sedimentato un suo equilibrio semantico e conseguito un sicuro rapporto di significazione. Il titolo "P" è una vera e propria scelta di campo, un'intenzione poematica e narrativa che rifugge programmaticamente ogni suggestione lirica ed epifanica.