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Il Sessantotto più che una data, rappresenta un'idea significativa della storia d'Europa e dell'Italia del dopoguerra. L'idea, cioè, come di una svolta drastica, per certi versi traumatica, della cultura e del costume sociale. Essa comportava un diverso modo di affrontare i problemi e le questioni sul tappeto di quegli anni rispetto al passato; e, soprattutto, comportava un atteggiamento di rivolta e di nausea verso quello che si diceva perbenismo. Accadeva e si poteva dire di tutto nel Sessantotto - da qui il nostro titolo -, ma quel filo era destinato ad ispirare ancora molto altro, ed era in ragione di quel filo che potevano venire fuori anche pagine di immersione nella complessità di quel momento storico, rievocando personaggi che quel divenire rappresentavano. Giovandosi di quel filo, sono state scritte pure queste pagine che, non prive di conseguenti riflessioni, ora tornano come ultimo messaggio di chi, come l'autore, ha molto camminato ed avverte che ormai gli restano pochissimi passi ancora da fare.