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Come Cristiana Ferreri fosse passata da vergine di ferro a sgualdrina del paese era un mistero per tutti. Per lei ancora di più. All'inizio di agosto era una ragazzina romantica che tremava solo all'avvicinarsi del ragazzo che le piaceva, Fabrizio. Un mese dopo, in un afoso lunedì di mercato, tutta Caluso commentava il fattaccio del momento: la nipote di nonno Alberto era stata sorpresa a letto con Davide, ubriaca, dalla fidanzata di lui, Sonia la pettinatrice. Ma non la nipote più giovane, la tremenda e provocante Isotta che l'aveva fatto capitolare ai suoi piedi con uno schiocco di dita, ma la più grande, quella specie di suora votata al martirio interiore di Cristiana, quella che poche settimane prima si aggirava per il paese un po' piagnucolando per Fabrizio, un po' accompagnata come una vergine pudica da quel bell'avvocato di Ivrea. Nonno Alberto e nonna Luisa non avevano più parole, erano in grande imbarazzo e studiavano una fuga rocambolesca da quel piccolo paese linguacciuto, mentre zio Gabriele faceva le valigie in fretta e furia per scappare a Parigi da Justine: non ne voleva più sapere niente delle sue tre tremende nipoti fino all'estate successiva.