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Angelo, nato alla fine del XIX secolo, vive tutte le vicende drammatiche succedutesi nella prima metà del XX secolo. Originario di Casale Monferrato, abbandonato a pochi giorni dalla nascita nella ruota degli esposti dell'Ospizio della Carità, viene adottato da una povera famiglia contadina che lo cresce con l'affetto genuino e la cultura severa ma giusta che contraddistingue la vita in campagna. Trascorre gran parte della sua vita a Torino lavorando prima in una ricca famiglia della città, poi per l'Azienda Tranviaria Municipale, dove resterà per quasi trent'anni. Le due guerre e il regime fascista segnano profondamente la sua esistenza, anche a causa delle sue origini ebraiche che lo costringono a nascondersi per un lungo periodo ad Aramengo. Ma il costante pensiero rivolto alla sua famiglia, l'amore profondo per le sue due mogli e la passione per le rose e i cavalli gli permettono di non dimenticare le sue origini e hanno un ruolo fondamentale nella sua storia, che è quella di un uomo come tanti altri, che ha lasciato però un'impronta indelebile nel cuore dell'autore, suo nipote.