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Improvvise apparizioni di Borges in una metro del XXI secolo e un giovane operaio che incontra il suo doppio. Così inizia "Souza", prima novella di Nina Avellaneda, un libro onirico ed enigmatico che racconta una storia d'amore in dissolvenza. Luiza ha tentato il suicidio e ora porta in scena protocolli di sicurezza nei cantieri edili. Souza ha trovato la propria stabilità posando pavimenti nei grattacieli di Santiago. Luiza è stata un'attrice di teatro, ha un carattere irascibile ed è ossessionata dal controllo. Souza è un uomo sensibile e contemplativo, che possiede ricordi inspiegabili. Quasi come se fosse stato un altro. Come se a tratti fosse effettivamente un altro. Si conoscono, si accompagnano. E per un breve tratto delle loro vite si salvano a vicenda. Fino a quando Luiza decide di abbandonare il Cile, lasciando a Souza il compito di riempire il vuoto dell'assenza. Attraverso una trama dai contorni sfumati e una scrittura sorprendentemente lirica, Nina Avellaneda affronta il controverso tema dell'identità e riflette sui limiti del linguaggio quando è chiamato a raccontare la nostra intimità.