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L'autore magnifica la vita "verace e vivace" di Väinämöinen, che attraversa il ciclo ripetitivo delle stagioni. La stessa vita di sempre, gettata "negli abissi del mare, fino alle porte della gran bocca della morte", che tutto inghiotte e in cui, giunto alla fine della sua vita, il "vecchio" Väinämöinen decide di tuffarsi. Alla memoria di Giorgio de Santillana (Roma 1902-Beverly 1974).