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Il dopoguerra ha cambiato l'America, mescolando il denaro alla gloria e al sangue dei caduti, e la crisi di Wall Street ha cambiato il mondo, cedendo il trono al dio denaro. Nel mezzo della mutazione, Francis Scott Fitzgerald vive la sua vita d'arte e sfrenatezza e sogna di un mondo in cui la grandezza non può essere quantificata, in cui la coscienza non si misura in cifre e l'arte vince sull'uomo. Un saggio che vuole raccontare la storia di un uomo, prima ancora che di un "artista", precursore della società liquida contemporanea e capace di piegarsi alle correnti impetuose del cambiamento senza spezzarsi. Un'analisi unica nel suo genere che parla di resilienza, coraggio e predeterminazione e che getta un ponte sul passato svelando l'illusione del progresso che, tuttavia, rimane inevitabilmente legato alla sua matrice edonistica: l'uomo in divenire che schiaccia i valori per la propria realizzazione.