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Alghero, una città sarda sul mare, si ritrova all'improvviso catapultata nel "più atroce conflitto di ogni tempo". Il libro di Antonio Budruni ricostruisce gli anni dal 1915 al 1918 lavorando quasi essenzialmente sui materiali dell'Archivio storico cittadino. Il risultato è il quadro drammatico di una popolazione disperata, sprofondata nella miseria, nella fame, nell'orrore e nel dolore per i suoi giovani, morti sul "campo dell'onore", le cui famiglie urlano di rabbia per essere state private degli affetti più cari e della normalità del vivere. Anni nei quali la vita è appesa a un filo, per chi sta in trincea, e al "sussidio" statale per chi resta a casa. Anni tristissimi, desolanti, bui. Iniziati al suono delle fanfare e degli inni guerreschi e diventati ben presto giorni, mesi e anni di morti ammazzati, di feriti, di invalidi, di dispersi, di prigionieri, di vedove, di orfani, di disperati. Ma anche giorni, mesi e anni di fame, di stenti, di bassezze e di generosità, di odio e di solidarietà; di colera, di tifo, di "spagnola". Una brutta pagina, certamente. La cui ricostruzione deve servire da monito e da memento. Per non dimenticare. Mai!