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Andrea Bufi è uno stimato psicanalista barese, amante del bello ma con episodiche manifestazioni di una personalità duale. La sua routine famigliare è interrotta da un viaggio a Firenze, per assistere al Lorenzaccio del suo amato Carmelo Bene: il furto di una scultura e un omicidio rendono Bufi inquieto e mettono in pericolo lui e sua moglie Giorgia. Inizia così un viaggio che fa tappa in Salento per approdare a Bali, una fuga mascherata da vacanza prolungata. Nel teatro balinese, lo psicoanalista trova un contraltare all'effetto "Lorenzaccio" (la sensazione di non essere padrone delle proprie azioni) e intraprende il proprio cammino per espiare e ritrovarsi. L'uomo che cammina è un romanzo in cui l'introspezione si fa gesto concreto, in cui la ricerca di se stessi è un cammino effettivo, il viaggio non è solo metaforico e l'arte e il teatro condizionano le azioni del protagonista, vittima della bellezza.