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I frammenti che compongono il libretto, questo utile piccolo libro, vissuto come un libretto che nell'opera lirica è testo verbale, ci portano fra le colline e i cipressi di essenziali pezzi di Toscana; le miniere di Cavriglia, il Chianti, Piombino e la costa che fu degli Etruschi, la Maremma. Stefano Beccastrini ci racconta, come un cronista dell'epoca dal forbito discorrere, una grammatica del ricordo che ci mostra tutte quelle persone vive, innamorate e libere, nonostante l'atroce periodo che attraversano. Ma anche tutte (o quasi) convinte dell'invincibile idiozia dell'essere umano. [...] È la microstoria, la visuale e la partecipazione personale, [...] storie periferiche che comunque hanno la Storia come sfondo, come riferimento, ma poi raccontano la vita vera: un punto di vista obliquo.