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Fermare il tempo è un atto di resistenza contro le forze dell'oblio: la felicità è ciò che resta quando nulla conta più, né un prima né un poi. Il libro indaga e analizza alcuni eventi che hanno messo alla prova la danza e le performance contemporanee attraverso condizioni estreme e impossibili, come danzare a corpo morto o al buio, nell'immobilità o fuori luogo (ossia in musei o gallerie). Come una pratica in contrappunto alla cultura del rendimento e del compimento, e contro le ideologie ossessive del profitto e della visibilità. La danza e la performance sono oggi, invece, direttamente impegnate in un dibattito che riguarda le maggiori trasformazioni dell'esperienza del tempo: bloccato, intensamente trattenuto, radicalmente sospeso, fermo.