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Famiglie e spazi sacri incrociano volentieri i propri destini nelle pagine degli storici della politica, della società e delle istituzioni, da una parte, e degli storici dell'arte, dall'altra. Specialisti di entrambi i settori indagano nei nove saggi di questo volume i molteplici aspetti - materiali, istituzionali, rituali e devozionali - del rapporto che nella Lombardia del tardo medioevo e del Rinascimento intercorreva tra gli spazi adibiti al culto, i laici, d'ogni grado e genere, e le loro famiglie. I singoli casi di Parma, Como, Cremona, del territorio e della città di Milano (cui sono dedicati ben quattro saggi), trovano qui trattazione analitica ed approfondita. Ma ad emergere è anche un chiaro quadro di sintesi, caratterizzato per tutto il periodo considerato, tra chiusura gregoriana e chiusura borromaica, dalla larga e persino ambigua disponibilità degli spazi sacri lombardi ad accogliere presenze familiari. Di tale diffusa permeabilità si offre tuttavia una lettura il meno possibile generica.