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Durante la Seconda guerra mondiale, Estonia, Lettonia e Lituania si trovarono al centro della spietata lotta tra due giganti: la Germania nazista da una parte, l'Unione Sovietica dall'altra. Nel corso del conflitto le ex Repubbliche baltiche vennero ripetutamente occupate dagli eserciti delle due grandi potenze e tutti, dai governi locali fino all'ultimo dei cittadini, furono costretti a scegliere tra la collaborazione con gli invasori tedeschi o l'adesione alla resistenza antinazista. Devastati dall'invasione, i Paesi baltici divennero il campo di battaglia di alcuni tra i più sanguinosi combattimenti avvenuti sul fronte orientale, in special modo durante il contrattacco sovietico che permise poi all'Armata Rossa di giungere fino a Berlino. Molti sarebbero caduti nella dura lotta e in particolare nel corso dell'operazione Bagration in Curlandia, quando centinaia di migliaia di soldati combatterono e morirono nell'ultimo anno di guerra. Alla fine della guerra, morte e deportazione costarono agli Stati baltici il venti per cento della popolazione totale e, in seguito, l'occupazione sovietica fece scendere una cortina di ferro su quei territori per quattro interi decenni. Utilizzando fonti di prima mano, diari e resoconti di coloro che vissero quei tragici avvenimenti e attraverso dettagliate ricerche d'archivio, Prit Buttar ci offre un racconto magistrale delle lotte epocali che si svolsero tra il 1941 e il 1945 nei tre piccoli Stati baltici che, come volle il fato, furono travolti dalle alterne fortune di quell'immane conflitto.