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Se attribuendo sempre più valore a tutto ciò che è oggettivo un giorno saremo comandati dalle macchine, che tipo di macchine saranno? Androidi o elaboratori? Comunque quelle macchine dovranno avere atteggiamenti intelligenti. Ma se le macchine hanno atteggiamenti intelligenti, sono intelligenti? E che tipo di mente deve avere una macchina per definirsi intelligente? Saprà cogliere il significato semantico delle proposizioni e potrà essere felice se programmata con l'algoritmo della felicità? Silvio Ceccato, come altri cibernetici, ha cercato di rispondere ad alcune di queste domande e nel presente volume si ripercorrono le principali tappe del percorso intrapreso nell'atmosfera della civiltà delle macchine. Ceccato riuscì nell'impresa di costruire un frammento di cervello elettro-meccanico, ma il modello matematico della felicità rimase un progetto: non sappiamo se è meglio così, in quanto i sentimenti sembrano per ora rappresentare la frontiera fra l'uomo e le macchine.