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Non solo racconto di pochi monti sparsi, riguarda il Corpo e tutti coloro che riconoscono di aver debiti con esso. E riguarda le guerre, e che cos'è il sacrificio. Una grande storia collettiva questa, molto più vasta dei suoi limiti apparenti. Perché non puoi parlare degli Alpini di Scurano se non sai cosa è successo a Nikolajewka, un posto sepolto tra il Don e l'Ucraina, quando gli Alpini della Tridentina guidarono colonne di tedeschi, rumeni e ungheresi nella neve, e li sottrassero al gelo e ai campi di prigionia sovietici. Non puoi parlare di nessuno dei monti emiliani se non sai quanto baldi e belli erano i nostri giovani in penna nera e quanti di loro non hanno più fatto ritorno, impallinati tra i picchi della Grande Guerra o magari chiusi in una sacca in Albania. Non puoi capire granché nemmeno della vita di paese ai giorni nostri, senza sapere quanto lievito d'amicizia e relazione ha prodotto negli anni un'associazione d'arma radicata come quella degli Alpini, a Scurano, ma in tutti i villaggi d'altura, da Vetta d'Italia, fino al Gran Sasso. I nomi, le foto e i volti di ogni singolo alpino della vallata di Scurano, i loro cari, i loro amici, coloro che li hanno pianti e che ancora li ricordano. Un filo che riconnette la prossimità alla grande storia nazionale. Un monumento all'umanità salda delle nostre montagne.