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Il nucleo concettuale attorno a cui gravitano le tesi di questo saggio è la trattazione della dimensione dell'ingestibilità e della sua straordinarietà, assumendo così la portata di ciò che Heidegger ha notoriamente definito come "Gestellung", ovvero il dominio gestionale della tecnica. Sotto la lente d'ingrandimento c'è la convinzione dell'autore che la peculiarità dell'indagine di De Martino sia la singolare dialettica che la animerebbe: da un lato, appunto, la dichiarata esigenza demartiniana di affrontare la questione etnologica senza abbracciare posizioni irrazionalistiche, estendendo così la prospettiva storicistica all'insegna di un umanesimo aperto al contributo interdisciplinare; dall'altro, invece, la constatazione epistemologica maturata dallo stesso De Martino della non riducibilità unilaterale di fenomeni quali la fenomenologia paranormale, la presenza come stare al mondo, la magia cerimoniale a nessun razionalismo sia esso scientifico o storicista. Lo sforzo di diluire nelle maglie della ragione storico-culturale la dimensione irrazionale, non si concluderebbe dunque con la definitiva razionalizzazione di tale lato oscuro...