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Tutti (o quasi) si prendono terribilmente sul serio. La famosa commedia all'italiana e la satira di costume, a volte devastanti nella loro tragicomicità, non hanno insegnato nulla [...] Sembra sfuggire l'opzione per un linguaggio poetico in grado di trasfigurare la realtà più becera grazie a un'intima capacità di letizia/giocosità ironica ed autoironica, mediata da una serena adesione alla vita, agli uomini; dalla consapevolezza di essere -tutti- cosa minima ma importante nella solitudine del mondo a patto però - e ritorniamo a bomba - di non tradire "l'umano" e le sue parole, unico presidio in grado di opporsi alla babele di suggestioni fuorvianti che ci allontanano dalla "presa diretta"con l'essenza delle cose e dalla ricchezza del significato che hanno nella nostra vita di scrittori "spoetizzati" dai media e, qualche volta, fatalmente "spoetizzanti". (L. Attolico)