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"Notevole, questo nostro volume, notevole per ricchezza di dottrina e per impianto motivazionale. Nostro, perché nato dal conglomerarsi di molteplici esigenze comunicative ed esegetiche, quasi che in esso possa trovarsi, finalmente, quella che Pareyson definiva ossimoricamente "unità nella molteplicità". Ma soprattutto notevole, si diceva, perché tale da indurre anche il lettore più ostico a una riconsiderazione spassionata dell'arte come coacervo linguistico e fattivo in assoluto divenire. E c'è da spiegarsi: oggi, l'incontro/scontro fra la necessità di comprensione del pubblico e le tensioni stilistiche messe in atto dagli artisti vede sovente soccombere il primo a vantaggio del secondo." (G. Pannunzio)