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Il ciclocross è gareggiare nei campi cantando sotto la pioggia, riscaldando il gelo, avventurandosi nel vento, accorciando l'inverno. Il ciclocross è pedalare e correre, pedalare a forza di corsa e correre a forza di pedali. Il ciclocross è immaginare una strada e trovare una pista, sperare che siano pozzanghere e non pozzi, schizzare al pronti-via, schizzare e schizzarsi, tuffarsi, remare, guardare, traghettare. Il ciclocross è quello che non conosce l'impraticabilità dei campi, ma di cui anzi si nutre, quello che possiede una sua geografia di parchi comunali e di scalinate ecclesiastiche, una sua storia di cacciatori a pedali e di pescatori a due ruote, una sua religione silenziosa e una sua filosofia assiderata, quello che sembra fatto in proprio, in casa, in famiglia, in parrocchia, in comunità, quello che dovunque è una festa sui prati.