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"La vicenda artistica di Brajo Fuso, nato allo spirare dell'800 e scomparso all'inizio dell'ottavo decennio del '900, è certamente un 'caso' nell'arte italiana dello scorso secolo, ma è probabile che lo sia anche a più ampi livelli geoartistici come dichiarò nel 1980 Giulio Carlo Argan alla Rai. È la storia del dentista geniale (è sua l'invenzione - fra le altre - del 1942 del 'Riunito odontoiatrico', cioè della poltrona sulla quale ci sediamo dal dentista, e non solo di quella), sposato a una delicata pittrice di tetti e di ritratti (galeotto fu il trapano usato per lenire una carie della sconosciuta ragazza) che sopraffatto per l'inedia della forzata inattività durante la convalescenza per i danni ai polmoni procuratisi per una ferita di guerra, circondato com'era da pennelli e colori e dall'odore di trementina, decide un giorno - non senza sollecitazioni della moglie artista - di mettersi a dipingere." (dallo scritto di Massimo Duranti)