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"La mia prima casa" è una narrazione, articolata in versi e brevi passi di prosa, in cui è chiaramente intuibile il percorso psichico ed esistenziale tra l'istinto di Eros e quello di Thanatos. Visibile l'impronta di un vecchio bisogno d'amore rimasto inappagato, il "graffio dell'anima", la "ferita dei non amati". La perdita dell'amore vede il crollo dell'Io, che nell'epilogo rinasce in una nuova dimensione, in un nuovo spazio, quello della "prima casa", un posto dove poter riconoscere se stessi, le proprie origini, non solo quelle familiari, ma anche quelle radicate in una memoria molto più remota, primigenia, di natura quasi ultraterrena e divina. Il luogo del "Déjà vu", ovvero quella meta come dono, il dono che avevamo sognato e dimenticato.