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I racconti che Raffaele ci regala sono cronache del suo vissuto, vicino per il suo intreccio con gli affetti familiari e con le amicizie profonde, e nello stesso tempo dolorosamente distante. Gli anni della sua lotta sono stati una realtà lontanissima da noi, solo pallidamente avvertita, e, grazie a questi incredibili scritti, percepita quel tanto che, in fondo, è poco più di un barlume. I suoi racconti sono difficili da definire, e certo non sono letteratura; piuttosto frammenti crudi di un vissuto che sarebbe stato altrimenti inaccessibile. Nei racconti leggiamo, all'opposto di una leopardiana rassegnazione, messaggi struggenti e cinici, con la dignità di ragione che Raffaele ci trasmette. Sono la testimonianza di una capacità di lotta insospettabile in chi è consapevole di una realtà non evitabile, terribile ma non temuta. Sono racconti di ideali, passioni, rabbie, desideri piegati da un futuro, maledettamente solo immediato. Non ci sono rimpianti o recriminazioni o delusioni. La sua lotta appare sostenuta da una vitalità intrecciata alla sua cultura e ad abbandoni fisici, sempre ai limiti di quello che, per noi che lo guardiamo e lo amiamo, è inavvicinabile. Raffaele ci fa intravvedere la sua vita, una battaglia epica e consapevole, nella quale, malgrado le pene, ha coltivato la generosa ambizione di accompagnarci a conoscere quella terribile oscurità che, pur così vicina, nel nostro quotidiano appare remota. Prefazione di Maurizio de Giovanni.