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La città «che va a pezzi», che si spacchetta e la "deriva" dalla città, lo spostamento, lo slittamento dal contesto urbano che diventa una linea di fuga indicata dai colori del cielo, dallo sguardo tra i palazzi, passando da una casa di periferia tra edifici popolari «ai confini della città» fino ad una località lacustre, ad un "nido" tra le colline. Nelle località note, romanzo di ricordi e di viaggio materiale e annunciato "via dalla città", secondo tappe e seguendo mappe sentimentali, lungo le "vie d'acqua", è un passaggio visivo nei luoghi-simbolo dell'abitare urbano. Si incontrano i giardini pensili a cui stanno aggrappati in cerca delle briciole residue della propria umanità i cittadini resilienti, i modi e le relazioni con le persone, gli oggetti, il cibo di una popolazione calata oltre l'alienazione in un modo di vivere che sembra consegnato alle nevrosi, alle alterazioni, alla dissimulazione. La frammentazione esistenziale diventa un percorso doloroso, vissuto nei gironi di un purgatorio contemporaneo. Il lavoro è immersivo e precario, le case sono "minime" ricavate in androni, il nuovo clima rende le città ancora più invivibili, roventi e corrose mentre in giro cominciano a vedersi i "popoli in cammino", nomadi moderni, attori di nuove povertà. Nel libro, la soluzione per l'autore è lo stacco, l'abbandono della città, della carriera, in direzione di luoghi altri, per un viaggio aperto e segnato da incognite, in direzione di un abitare più sostenibile e faticoso, più raccolto e sobrio, con più spiragli e rivolto alla vita e all'ambiente.