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"Una prima lettura de 'Il labirinto aperto' può sorprendere per la diversità delle tematiche, la molteplicità delle esperienze che hanno ispirato i versi e, in particolare, per il tono disuguale che si ritrova nell'intera silloge. Nelle riflessioni filosofico/poetiche della sezione 'Della poesia', l'autore propone a se stesso e al suo lettore le domande classiche sul perché e sul come della produzione poetica, ma i suoi versi non assumono mai il carattere della definizione o, peggio, dei confini dell'essere o non essere dell'espressione artistica. La successiva sezione de 'Lo sguardo e l'armonia', con la sua poesia visiva, rende ancora più evidente la sofferta felicità dell'ispirazione poetica, quando questa proviene, immediata e autentica, dall'esperienza dell'ambiente umano. I testi della sezione 'Patafisica - dalla scienza delle soluzioni immaginarie di Alfred Jarry - rafforzano la necessità della visione poetica dell'autore con il gioco di parole, il nonsenso, l'ironia e l'autoironia. Con la sezione 'Erotica', l'autore offre se stesso e i suoi momenti più intimi al discorso poetico, nel qui e ora dell'incontro d'amore o dell'estasi della carnalità vissuta o desiderata. Più avanti, nelle pagine della sezione 'Verserìa', sono raccolte le poesie che rifuggono da collocazioni tematiche ed esprimono in maniera chiara il cammino labirintico dell'autore." (Vincenzo Villarosa)