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Nel Turkmenistan sovietico degli anni '30, ai confini di un deserto in cui salta ogni barriera temporale, tra vita e morte, istinto e civiltà, una schiava persiana nasce, sopravvive, lotta per la propria libertà. Nulla è ovvio, nulla è finto, nulla è prevedibile. Secca come la sabbia del deserto e altrettanto rovente, l'inconsueta scrittura di Platonov trascina il lettore in un mondo in cui l'esistenza non ha fronzoli e ogni parola, come ogni respiro, ha la forza della natura.