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«È ciò che io definisco un 'voyage de vie' raccontato in modo schietto e denso. Senza orpelli. Senza metafore. Senza filtri. L'autore punta dritto al nocciolo della vicenda. Elimina ogni inutile scorza superficiale e pone il lettore vis à vis con il dramma. Il linguaggio è semplice e profondo. Intriso di grande umanità e sentimento. Sulla scena si snoda la vicenda di quattro personaggi: Agnes, Veronika, l'ingegnere e Mihaly. Tutt'e quattro in viaggio sul metaforico treno della vita. Ciascuno legato all'altro, ma tutti seduti in scompartimenti diversi. Tuttavia è il "destino" l'incontrastato attore protagonista. Quel destino che gioca a mischiare le carte. Più simile al "fato" perché, mentre nel destino l'uomo può intervenire e modificarlo, qui ogni azione umana risulta vana: non rimane che piegarsi all'immodificabile.» (Francesca Romeo)