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Vito Pennisi è un giovane PM, che a differenza di molti suoi colleghi, è decisamente refrattario alle luci della ribalta. Anzi, la sua tranquillità è inversamente proporzionale all'impegno lavorativo e lui stesso è vagamente convinto di essere un cialtrone. Si occupa per lo più di falsi in bilancio ed evasioni fiscali, rifuggendo il più possibile i clamori delle grandi inchieste per corruzione o criminalità organizzata. Alla soglia dei suoi quarant'anni, mentre si prepara a passare un tranquillo fine settimana di inizio estate al mare, solo e lontano dalla calca della Capitale, scopre che una sua inchiesta è in realtà il perno di una vicenda criminosa complessa e pericolosa, popolata di prelati e uomini di stato corrotti, faccendieri senza scrupoli e pirati della finanza, tutti inquadrati sullo sfondo di un patto scellerato tra stato e anti-stato, che deve rinnovarsi perché continui a rimanere com'era. Pennisi scopre di essere il granello di sabbia nell'ingranaggio che si muove dietro le quinte del palcoscenico dove lui recita il ruolo di uomo d'ordine.