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Dylan, denudandosi delle proprie convinzioni ha rivelato mille facce di se stesso. Abbandonando il proprio Io - imbevuto di misticismo, intuizione, impulso - ha scovato un linguaggio crudo, greve, proveniente dalle viscere dell'anima, in un apparente balbettio, volutamente illetterato, capace di sillabare una poesia improvvisa, virulenta, rigurgitata tutta d'un fiato. Woody Guthrie, Jack Kerouac, Allen Ginsberg, Lawrence Ferlinghetti, Arthur Rimbaud, William Blake, Sant'Agostino e i libri profetici dell'Antico Testamento: le influenze letterarie che hanno fatto di Bob Dylan un cantautore da Nobel.