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Questo libro comincia da un "errore" che il figlio dell'autore fece quando, parlando con suo padre, disse: "Ho scoprito". Quell'errore nascondeva una competenza insospettabile: a tre anni Stefano sapeva coniugare i verbi: tutti i bambini a quell'età conoscono a questo livello la loro lingua. Da questa scoperta inizia un ribaltamento di valori e di certezze. Dal bambino piccolo, incapace e ignorante che deve essere solo protetto ed educato nasce l'idea alternativa di un bambino capace e competente, che vale la pena ascoltare e far partecipare alla vita della famiglia, della scuola e della città. Dai due modi diversi di concepire l'infanzia nascono due modi diversi di concepire l'educazione familiare e l'educazione scolastica per far sviluppare le capacità e le vocazioni di ciascuna bambina e bambino, e l'idea di una città che, tenendo conto delle esigenze dei bambini, vuol diventare una città per tutti.